Poesie Inedite

Fabrizio Pesaro – Poesie

Tramite la sua poesia limpida e semplice che evita termini rari e di difficile comprensione, Fabrizio Pesaro tratta dell’incomunicabilità nascosta dietro tutti quei rumori/ tutto quel marasma di messaggi caotici e persistenti che caratterizzano la nostra vita moderna.

Tale silenzio si manifesta nell’esperienze basilari per l’uomo ossia il rapporto con gli altri e con sé stessi. Grazie all’espressione poetica l’autore ne rende evidenti i limiti attingendo alla condizione contraddittoria del linguaggio, facoltà umana per eccellenza, il quale non è altro che il frutto di un compromesso tra l’inesprimibilità del messaggio comunicativo così come avviene nella propria mente, una volta che si adatta, si “piega” alle strutture arbitrarie della lingua: le parole/ che non sono le mie idee/ ma solo suoni sconnessi; e l’impossibilità di realizzare il forte desiderio di unione con l’altro che resta inevitabilmente frustrato: voglio affogarti dentro […] dove non ci raggiungeremo mai. Se da un lato la comunicazione è ostacolata dall’artificiosità del linguaggio, dall’altro non riesce a concretizzarsi neppure sul piano fisico e sensoriale. In “Confusione” il poeta esordisce con sicurezza: ma tu sei reale […] Ti posso toccare, ma anche questo presente si tramuta in un condizionale: io potrei toccarti, poiché finanche gli attributi tipici del corpo come le mani, la bocca e il cuore sono inibiti ed insufficienti. Il motivo è espresso nel verso finale di “Voglio affogarti dentro” dove i due estranei sono intrappolati all’interno di corpi che ci mentono, siccome nemmeno nella materialità del corpo l’Io riesce a trovare una solida sicurezza ma solo ulteriore turbamento. È infatti la condizione di dispersione dell’individuo, provocata da quel marasma riportato ad inizio commento, battente sulle coscienze per farle girare la testa dall’altra parte cioè per assopirle, che aggrava l’inevitabile condizione di incomunicabilità dell’essere.

Se il singolo riesce ad emanciparsi da queste distrazioni, egli giungerà ad una consapevolezza essenziale e spietata: nel silenzio non c’è nulla/ non c’è pace/ non c’è quiete, ma è solo grazie al silenzio che l’Io riesce a sottrarsi al caos dispersivo del mondo.

Voglio affogarti dentro
in un mare di parole taciute
dove non ci raggiungeremo mai davvero
impossibilitati a toccarci
impossibilitati a conoscerci e riconoscerci
anche se siamo qui
faccia a faccia
mano nella mano
estranei per sempre
dentro corpi che ci mentono

*

Silenzio
dentro
non c’è nient’altro
non c’è mai stato
tutti quei rumori
tutto quel marasma
era una copertura
una scusa
per girare la testa dall’altra parte
davanti al silenzio
perché in questo silenzio non c’è nulla
non c’è pace
non c’è quiete
nel silenzio ci sono solo io
e non so nemmeno dove

*

Confusione
centrifuga di parole
ma tu sei reale
e io ti posso toccare
ti posso sentire
non come le parole
che non sono le mie idee
ma solo suoni sconnessi
uno a fianco all’altro
invece a te ti posso toccare
senza grammatica
con le mie mani
se solo funzionassero
io potrei toccarti
forte
addosso
sulla tua pelle calda
e farti sentire che ti voglio
che non posso fare a meno di te
con le mie mani morte
con la mia bocca cucita
con il mio cuore fermo


L’autore

Fabrizio Pesaro, nato ad Ancona il 17/11/1994, mi sono trasferito a Roma nel 2015 per studiare
cinema, ora mi divido tra il lavoro di videomaker e la regia dei miei progetti. Scrivo poesie da
quando avevo 15 anni, ma solo di recente ho iniziato a pubblicarle.

https://www.arateacultura.com/

Simone Scuotto

Redattore di Poesie e Opere Inedite