Poesie Inedite

Pietro Pancamo – Poesie

Mario Cerrone

Pietro Pancamo, editor professionista e autore pubblicato in varie antologie, riviste letterarie e quotidiani, propone ai lettori di Aratea tre componimenti dalla forma breve, capaci di condensare in pochi eloquenti versi, momenti lirici e riflessioni ben più vasti.

La poesia “Quando il tempo” rientra proprio tra quest’ultime. L’oggetto al centro dello sforzo poetico è il tempo, transfigurato nell’immenso e informe oceano che si ritira e si contrae lasciando trasparire ciò che normalmente è escluso alla vista: delle nuove creature affiorano per la prima volta. La metafora marina si prolunga poiché queste creature non sono del tutto inedite, ma sono ad immagine e somiglianza degli scogli, elementi del paesaggio marittimo anch’essi sommersi. Quest’immagine di nascita intesa come un’emersione di una parte integrante dell’oceano cioè lo scoglio, suggerisce il venire alla luce di qualcosa che è sempre stato lì e che il tempo “naturalmente” scopre. Nel seguente componimento il momento lirico si mischia al lessico matematico, utile a descrivere la natura dei sentimenti che sono definiti primi, come quei numeri ancora oggetto di congetture indimostrate, divisibili e disgregabili solo per se stessi, definiti sotto la categoria di “primi”. In effetti la fenomenologia del cuore, elemento da cui parte la metafora numerica che simboleggia la sfera delle emozioni, non ha niente a che vedere con l’esattezza della matematica; eppure, anche questo sistema che sembra tanto disciplinato contiene al suo interno dei misteri ancora irrisolti, come per i moti dell’animo. Così il poeta si spinge oltre scoprendo nuovi “divisori” identificati negli istinti più rabbiosi e elementari. Il contesto scientifico fa da cornice anche ai seguenti versi caratterizzati dalla comparsa dell’Io poetico, riconducendosi inoltre al titolo del componimento “Dinamica della vita“. Infatti è qui che l’autore fa riferimento alla velocità con la quale è proiettato nel futuro, consegnandoci un’idea di un movimento rapido e frenetico presto smentita nel verso seguente, giacché la velocità del passato è (costituisce) la forza motrice. Viene a generarsi un sorprendente paradosso il quale riverbero raggiunge l’ormai ironica titolazione. La velocità del passato non può essere dinamica, siccome nel passato tutto è compiuto ed immobile. È vero però che il passato può anche rappresentare il bagaglio di esperienze accumulate dall’individuo che hanno inevitabilmente impattato sulla sua vita e quindi sul suo futuro. L’ultimo componimento che tratteremo si pone come una perfetta conclusione: il poeta ci descrive che cosa è per lui scrivere poesie attraverso un apposito sillogismo ovvero le “acropazzie” operate dalla mente. L’atto poetico rilascia una luce assai incendiaria, estremamente splendente che però colpisce il poeta che ne subisce gli effetti provando fuoco alle ossa e accusando un incubo al cervello. Tali acrobazie spericolate comportano particolari dolori all’autore, come se queste “scorribande” nei confini indefiniti della poesia provocassero la caduta dello scrittore acrobata danneggiando sia il corpo che la mente.

Commentare le poesie di Pietro Pancamo è stato avvincente poiché c’è l’impressione che dietro ai suoi versi si celi qualcosa di taciuto e nascosto. D’altronde la poesia non esige che tutto sia manifesto come ci ricorda Giuseppe Ungaretti in una famosa intervista: “la poesia è poesia quando porta con sé un segreto“.

Quando il tempo

Quando il tempo si ritira come la bassa marea,
le nascite di nuove creature affiorano
(a immagine e somiglianza di quegli scogli,
che emergono alla luce
ogni volta che l’oceano si contrae).

*

Dinamica della vita

Mentre il cuore si fraziona in sentimenti primi,
divisibili o disgregabili solo per se stessi
e per pulsioni elementari (come la rabbia, per esempio),
io vengo proiettato nel futuro
alla velocità del passato
(non del suono o della luce).

*

Esaurimento

Scrivere poesie
facendo acrobazie
spericolate con la mente:
cioè “acropazzie”;
ma quand’è ormai passata
la luce assai incendiaria
che simili follie in genere sprigionano,
ad ogni osso provo sempre tanto fuoco
ed accuso un forte incubo al cervello.


L’autore

Pietro Pancamo è un editor professionista, nato nel 1972. È autore del volumetto di versi «Manto di vita» (LietoColle) e figura nell’antologia «Poetando» (Aliberti), curata da Maurizio Costanzo. Ha collaborato con “Il sabato del racconto”, rubrica settimanale dell’edizione parmense de «la Repubblica». La radio nazionale della Svizzera italiana gli ha dedicato una puntata del programma «Poemondo». Fra i quotidiani e le riviste che hanno trattato di lui –o su cui sono apparse, talora in inglese, sue liriche, novelle o recensioni–, si ricordano il «Corriere della Sera», «Il Fatto Quotidiano», «La Stampa», «Alma Poesia», «Atelier», «Carmilla», «Cronache Letterarie», «FantasyMagazine» (Delos Books), «Fare Voci», «Filling station» (quadrimestrale canadese), «Fucine Mute», «Gradiva», «HookMagazine», «IF. Insolito & Fantastico», «Il cucchiaio nell’orecchio», «Il Paradiso degli Orchi», «Il Ridotto», «La poesia e lo spirito», «Nazione Indiana», «Poesia» (Crocetti editore), «Poetarum Silva», «Scriptamanent» (Rubbettino), «Suite Italiana», «Viadellebelledonne», «Vibrisse», «Wall Street International Magazine» e il blog «Poesia» della Rai.

https://www.arateacultura.com/

Simone Scuotto

Redattore di Poesie e Opere Inedite