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“Tante Care Cose” di Chiara Alessi – Premio Bergamo 2023

Di Anna Maddaloni e Lara Bortolai

Tante Care Cose (Longanesi, 2022) è un’opera di Chiara Alessi, che nella vita si occupa di cultura materiale e design. Il suo libro è finalista al Premio Bergamo 2023.

Tante care cose… sicuramente non un libro di design

Partendo da 74 cose, l’autrice ci trasporta in variegate realtà, semplici e talvolta frettolose, ciascuna con una voce diversa, non allo scopo di insegnare, bensì di percepire la storia che si cela dietro a tutte quelle “care cose” che negli anni hanno caratterizzato il design italiano. Non si tratta dunque di un’opera didascalica, ma di un’opera quasi dolce, che vuole consentire allo spettatore di vedere l’altra faccia della medaglia del design, togliendolo dal piedistallo per portarlo, si potrebbe dire, alla portata di un “bambino curioso”. Per questo, più che di cose, il libro parla delle persone, delle vicende, spesso anche casuali, che hanno condotto alle invenzioni che tutt’oggi esprimono il valore del design italiano, avvicinandoci al suo lato più romantico e umano. Definito dall’autrice stessa “libro-tasca” cui consultarsi “per vedere cosa ne viene fuori”.

Basti pensare al Bacio Perugina, nato per unire gli scarti di cioccolato e nocciole di altre produzioni, o ancora la moka, pensata da Alfonso Bialetti osservando la moglie che lavava i panni con un catino di acqua calda su cui era posto un filtro contenente cenere, il cui nome era lisciveuse.

Nondimeno, ciò che spicca in una narrazione tutta incentrata sull’ormai sacro Made In Italy, è che la Alessi non glorifica mai l’espressione, aprendo tuttavia uno spazio per riflettere sull’importanza e la pregevolezza della cultura da cui nasciamo.

Le illustrazioni

Oltre alla scorrevolezza, un aspetto da sottolineare dell’opera di Chiara Alessi sono le illustrazioni, anch’esse semplici e immediate, ma soprattutto in grado di immergere nella storia della creazione di ciascuna delle 74 cose raccontate. Si parla in bozzetti in bianco e nero, disegnati in maniera imprecisa e schizzata, riportando all’idea di quanto una splendida invenzione nasca da progetti incerti e insicuri, capaci di trasformarsi in imponenti realtà. 

In un premio di narrativa?

Nella cinquina dei libri finalisti di un premio di narrativa la presenza del libro-tasca Tante care cose è un punto interrogativo su cui forse vale la pena soffermarsi. Certo la nozione di “narrativa” è interessante quando presa di scorcio, come in questi libri che fin dal paratesto ci gridano un’extravaganza, una sfida. Anche Palermo di Vasta declina la narratività in un suo modo peculiare e la mescola di testo e fotografia.

Nel libro di Chiara Alessi è indubbio un potenziale narrativo che l’autrice consegna al lettore come una rapida costellazione di aneddoti; nel restituire paternità alle cose care, quelle di tutti i giorni, con un movimento inverso ce ne riappropriamo e, soprattutto, facciamo nostra una storia vitale, che possiamo toccare. Ecco, forse questa storia non sempre è all’altezza del suo racconto nel libro. Forse è talmente ricca e vitale che spinge per uscire dalla pagina, nonostante l’autrice tenti di catturarla con degli espedienti stilistici simpatici (l’ode in rima alla 500, ZIP TUMB TUMB – il manifesto futurista dedicato alla zip -, il testo-test per raccontare il televisore Brionvega, i 10 motivi per considerare la Fiat Panda un oggetto di design o infine il Lupetto della Roma che risponde in marcato dialetto a un’intervista).

Questa narratività un po’ frustrata emerge forse in maniera più evidente proprio laddove la storia si fa più ricca: tra gli altri, quel già citato episodio dell’invenzione della moka Bialetti. Il lettore rimane coinvolto, incuriosito, ma un po’ abbandonato alla fine della fiaba. Da qui forse il punto interrogativo, al di là delle riflessioni sulle definizioni di campo della narrativa. Eppure, il quadro complessivo rende bene l’immagine – o, meglio, l’ assemblage – in particolar modo dell’Italia del boom, con la storia di quell’industria creativa che mescola tecnica e poesia negli uffici della Pirelli, dell’Olivetti, come nelle idee di Mattei.

Il libro strizza l’occhio alla critica letteraria proprio puntando i riflettori su questa zona osmotica tra design industriale e retorica plasmata da nientemeno che Sereni (con il suo badge che riportava: Matricola 4062. Ufficio Propaganda) o Sinisgalli. Su un piano diverso, invece, gioca con la lingua come fanno i loghi e gli slogan pubblicitari – si vedano a tal proposito i titoli dei capitoletti – nelle pagine che discutono il genere dell’articolo usato per l’iconic* Ape, o, ancora, svelando l’antonomasia del signor Zampirone o di G. M. Pullman.

La forma libro dell’operazione dell’autrice è un esperimento interessante dalla sua origine di scrittura che scaturisce dalla condivisione collettiva su Twitter, fino al tentativo riuscito di uscire dal canone di manuale di design per addetti ai lavori. Forse il valore dell’operazione di Alessi va oltre tale forma, forse “Tante care cose” ha una terza dimensione che buca la carta. Nell’introduzione l’autrice scrive:

Anche questo libro, in un certo senso, è nato pensando di tirare fuori dalle tasche delle cose per costruire un museo che fosse un po’ una casa. Un museo-casa che per me è molto diverso da una casa- museo […] il museo-casa è un posto di cose tirate giù dai piedistalli per muoversi nel tempo. La casa- museo è una selezione di oggetti di pochi portati a tutti; il museo-casa è pensato per il racconto particolare di cose che già appartengono a ciascuno di noi.

Sarebbe bello vedere davvero queste storie a tre dimensioni, che il libro riportasse la stessa agilità divulgativa che programmaticamente gli appartiene (e che appunto su un piano di critica letteraria inevitabilmente rischia di non rendergli giustizia, perlomeno all’interno di un premio) tra le sale di un museo-libro che ci mostri le cose di tutti i giorni sotto un’altra veste. Che ci insegni un esercizio da riportare nell’incontro quotidiano con le cose.

https://www.arateacultura.com/

https://www.longanesi.it/libri/chiara-alessi-tante-care-cose-gli-oggetti-che-ci-hanno-cambiato-la-vita-9788830456471/

Anna Maddaloni

Redattrice in Letteratura