Attualità

Edgar Allan Poe: la leggenda nera.

Di Benedetta Ricaboni

A 173 anni dalla sua morte, lo scrittore americano Edgar Allan Poe continua ad affascinare i lettori di tutto il mondo, specialmente gli amanti di quelle atmosfere lugubri, misteriose e gotiche che lo hanno consacrato tra i grandi della letteratura. Nato a Boston nel 1809, è oggi considerato il fondatore dei racconti true crime e della letteratura horror, assicurandosi il merito di aver influenzato tanti altri grandi scrittori, tra i quali Jules Verne, Arthur Conan Doyle e Howard Phillips Lovecraft, tutti suoi grandi estimatori e, in modi diversi, debitori.

Falso mito e la leggenda nera

Di Poe si è detto e scritto tanto, forse troppo e troppo male. Il problema del cosiddetto “falso mito” di Edgar Allan Poe nasce proprio dal fatto che crediamo di sapere tutto di questo grande scrittore americano: Poe era pazzo, nevrotico, depresso, alcolizzato e drogato. Ma è proprio così? La risposta è no. A dipingere Edgar Allan Poe come il lugubre e schizzato scrittore di fantasie spaventose sono state le diverse biografie (o pseudo tali) che si sono succedute nel corso degli anni, prima di tutte quella di Rufus Wilmot Griswold.

Editore e critico letterario, Wilmot Griswold non ebbe mai un rapporto particolarmente amichevole con Poe (forse per invidia, forse per il fatto che Poe avesse pubblicamente criticato alcune sue scelte editoriali e letterarie), ma la situazione esplose proprio alla morte dello scrittore americano, avvenuta nel 1849 in circostanze tutt’ora non chiare: Wilmot Griswold diede inizio ad una lunga campagna diffamatoria che dipingeva Allan Poe così come la cultura di massa lo conosce (pazzo, nevrotico, alcolizzato). Furono in molti a respingere le affermazioni dell’editore, ma con scarso successo: il pubblico americano (e puritano ) di quegli anni si fece velocemente affascinare dal Poe maledetto di Wilmot Griswold, bramando di conoscere sempre più dettagli scabrosi riguardo labsua vita. A reincarare la dose, qualche anno più tardi è la psicanalista francese Marie Bonaparte, che nel 1936 mette a punto uno studio sulla psiche di Allan Poe, a suo parere uomo depresso, nevrotico e deviato sia sessualmente (lo accusa di avere tendenze necrofile, incestuose e di essere impotente ), sia psicologicamente.

Riabilitazione di un genio

Bisognerà aspettare gli anni ’40 del ’900 per vedere riabilitata la figura di Allan Poe. È infatti proprio in questo periodo che il professore di Oxford Arthur Hobson Quinn mette mano alle numerose lettere di Poe che sono confluite nel cosiddetto Fondo Valentine, restituendoci un ritratto dello scrittore americano che è ben lontano da quello del pazzo ubriacone morto in una squallida taverna di Baltimora. Poe sarebbe in realtà stato un uomo estremamente sensibile e brillante, un sognatore con un immenso amore per la scrittura e la letteratura che l’avrebbe portato a scegliere di dormire all’agghiaccio pur di destinare i pochi soldi che aveva alla propria istruzione universitaria. Nonostante l’abbandono del padre biologico, il trauma di aver assistito in presa diretta alla dipartita della giovane madre, morta tra il sangue e il dolore della tubercolosi quando il figlio aveva solo tre anni, e il trattamento sprezzante ricevuto dal padre adottivo John Allan, Edgar Allan Poe non smise mai di cercare l’amore e la stima che tanto gli erano mancati, e che trovò nella moglie Virginia Clemm. Quando anche lei morì giovane, l’autore americano fece fatica ad elaborare il trauma, tentando di farla riviver nelle donne giovani e fragili protagoniste dei suoi racconti (Berenice, Ligeia e Morella) e, disperato, dandosi all’alcol (ma solo dopo la sua morte; non fece mai uso di droghe, invece, tranne in un tentato suicidio).

Allan Poe nel 2022

Quale e di che natura fosse la malattia mentale di cui probabilmente Allan Poe soffriva, poco importa. Siamo nel 2022, eppure stiamo ancora scoprendo l’autore americano poco alla volta, cercando non solo di riabilitarne l’immagine presso l’opinione pubblica (oggi molto piú sensibile alle tematiche di salute mentale e malattie psichiche), ma tentando anche di sottolineare l’immensa importanza che egli ha avuto nel portare alla ribalta la letteratura americana, fino ad allora ancora fin troppo influenzata da quella inglese, facendo immergere i propri lettori in un universo dal quale é difficile voler uscire.



Bibliografia

Teresa Campi, La vera storia di Edgar Allan Poe, Odoya editore, 2020.

Sitografia

https://www.exibart.com/libri-ed-editoria/edgar-allan-poe-luomo-il-genio-e-lopera-intervista-a-teresa-campi/
https://youtu.be/U_JDGKbSZyU

https://www.arateacultura.com/

Benedetta Ricaboni

Redattrice di Letteratura