Filosofia,  Rubrica - Inespresso

L’Inespresso – La timidezza degli elettroni

L’inespresso

Elettroni: invisibili ma vivi, impercettibili ma essenziali: talmente insicuri, che quando li guardi, sono già altrove, scappano a velocità in luoghi imprevedibile, non si trovano mai davvero. Sono fragili e insicuri, come gli uomini esistono solo grazie agli altri, ma restano inevitabilmente divisi. Vorrebbero solo essere stabili, trovare un equilibrio, eppure non stanno mai fermi, vittima delle forze che li spingono. Si muovono apparentemente senza senso, forse perché insoddisfatti ovunque, mai sazi, in attesa. Sarà perché non si sforzano di cercare – nessuno sa cosa – ma comunque sempre vanno avanti. Sanno di avere energia limitata, infatti tendono a fare il minimo sforzo, evitano la fatica: semplicemente non sanno cosa vogliono davvero. Eppure tutto ciò che hanno è energia. La possono usare in due modi: preservandola per paura di finira, oppure cedendola a qualsiasi incontro. Regalare energia, ecco! L’unico modo per affermare la loro esistenza. Nessuno da soli è felice, anche se in uno stato di quiete. La loro natura è muoversi, cambiare, viaggiare, ma serve che li faccia uscire dalla loro strada per spararli nel vuoto, nell’ignoto, per rischiare, per vivere davvero. Con così tanto da offrire e così poco coraggio nel donarsi. Un comportamento inspiegabile, imperfetto, ma inevitabile. Ci sentiamo tanto distanti dalle cose, ma siamo fatti della stessa sostanza, o quantomeno, carattere.

Anna Rivoltella

Redattrice di filosofia