Attualità

RRR – Ripartire, Ripensare, Ricostruire – Prende vita il festival per rifondare il presente

Rilanciare la cultura sul territorio puntando sui giovani artisti locali. Questo è l’obiettivo di RRR, Ripartire, Ripensare, Ricostruire, il festival itinerante, inaugurato il 25 settembre presso Sala Maddalena a Monza, patrocinato dall’Associazione Gaetano Osculati e da Rinascenza. In questo articolo si affrontano i valori di base che animano il progetto, i mezzi utilizzati e gli obiettivi perseguiti, presentando inoltre il libro che è stato contestualmente prodotto: Lavori in corso, letture di costruzione, una raccolta di prose e poesie di 12 giovani autori curata da chi scrive.  

RRR

Riscrivere il Mondo

Ormai è circa un anno e mezzo che viviamo nel contesto della pandemia. Come tutti sappiamo bene, il Covid in questo lasso di tempo ha contribuito a smontare molte delle certezze che fondavano la nostra vita quotidiana e a far vacillare alcune delle nostre convinzioni generali su cui ci appoggiavamo per comprendere il mondo. La parola “assembramento”, ad esempio, ora ha una connotazione solo negativa nell’uso che ne facciamo, ci spaventa, ci porta alla memoria il rischio del contagio. Abbiamo smesso di stringere mani e di abbracciare, bandendo, o almeno provandoci, il contatto fisico dalle nostre abitudini.

Abbiamo ormai capito che, se e quando usciremo dalla pandemia, non potremo più essere le stesse persone che ne sono state catturate, così come il mondo in cui ci muoveremo non potrà essere più lo stesso. È importantissimo rendersi conto di questo fatto per non commettere l’errore di continuare a vaneggiare ad un “ritorno” della normalità. La formula “rendersi conto” tornerà molte volte nel corso di queste righe e viene utilizzata ora per la prima volta per sottolineare questo: è ingenuo sperare in un ritorno alla normalità perché questa è stata cancellata dalla valanga di tamponi positivi di questi diciotto mesi, mentre è più corretto pensare ad una nuova normalità, che non deve ritornare, ma che dobbiamo costruire, che dobbiamo riscrivere.

RRR vuole proporre tre valori che fondino il nuovo presente e futuro, la nuova normalità. Il veicolo con cui presentarli è appunto l’arte. E’ dunque necessaria una seconda presa di coscienza: rendiamoci conto di quanto l’arte sia presente nelle nostre vite.

Anche se spesso pare che ci siano sempre meno visitatori nelle gallerie e sempre meno attenzione sia rivolta verso le forme artistiche, in realtà poi l’arte entra direttamente nelle nostre case nei modi più disparati. La musica che passa alla radio, la serie TV con cui ci rilassiamo la sera, l’acquerello comprato alla bancarella e ora appeso alla parete del salotto sono perfetti esempi della pervasività dell’arte. Ma non solo: anche il jingle di una pubblicità, la copy di un post commerciale e la grafica di un cartellone pubblicitario sono tutte forme estetiche che fanno riferimento a quella parola ricorrente. Che lo si voglia o meno, siamo circondati da espressioni artistiche, belle o brutte, spontanee o commerciali, impegnate o frivole che siano.

Il potere dell’arte e la ricostruzione

Quello che ci resta da fare, quindi, è scegliere che tipo di arte vogliamo che ci circondi e ci influenzi, ora in modo consapevole. Qual è, infatti, il potere dell’arte? È difficile pensare che essa possa incidere direttamente e profondamente sul mondo; probabilmente è più un agglomerato di forme che assume la sensibilità generale. Tuttavia, anche se ciò fosse effettivamente vero, rimane un potere attivo dell’arte: quello di farci realizzare alcune informazioni sul mondo e su noi stessi.

Ancora una volta si parla di “rendersi conto”: se forse l’arte non può cambiare da sé una determinata circostanza, di certo può farci capire che quella circostanza va modificata. Quante volte, leggendo un libro, ci capita di pensare che è di noi che il narratore sta parlando? Così l’arte ha effettivamente un potere enorme, quello farci realizzare aspetti di noi stessi e del mondo che ci circonda. L’artista si esprime, lo spettatore, il lettore, l’ascoltatore capisce, elabora e poi apre gli occhi, magari anche dissentendo con l’artista in questione. È per questo motivo che affidiamo alle Muse i valori che vorremmo guidassero la nuova normalità.

RRR vuole rimettere a una forma artistica il risultato della riflessione di dodici teste su come vorremmo che fosse il mondo in cui viviamo e vivremo. Compiendo questa operazione si è fatta una scelta artistica ben precisa, ovvero quella di essere costruttivi, seguendo il processo delle tre R che danno il nome al festival: Ripartire, Ripensare, Ricostruire. Non ci si vuole alla denuncia, perché, pur essendo fondamentale che qualcuno punti il dito su cosa non va bene, la denuncia non è sufficiente. Dopo la segnalazione bisogna agire e in questi mesi più che mai questa urgenza si sta rivelando vitale. Si vuole quindi proporre di superare l’istinto distruttivo che ci anima e utilizzarlo per migliorare la nostra condizione: ripartire da dove siamo caduti, ripensare a come farlo, ricostruire di conseguenza.

Dentro l’accozzaglia

Provando a prendere in mano il testo prodotto in questo contesto, Lavori in corso – Letture di costruzione, e considerando la sua natura, quello che può risultare spontaneo pensare è che non sia nulla di meglio di un’accozzaglia di parole ordinate in capitoli. In effetti si sta parlando di una raccolta di testi in poesia e in prosa, connotati da generi e stili differenti, uniti da una cornice narrativa di ispirazione ancora differente. Per comprendere il senso antistante a questo progetto, si consideri per un momento la parola “accozzaglia”: perché questa ha un’accezione negativa? Alla fine tutte le nostre esperienze si scontrano sempre con accozzaglie di vario genere: le nostre giornate attraversano momenti assolutamente diversi e apparentemente inavvicinabili tra loro anche in brevissime distanze. Gli stimoli che ci colpiscono sono sempre diversi e talvolta siamo noi a ricercare la varietà infinita in qualsiasi aspetto. Leggiamo magari uno dopo l’altro libri che non hanno assolutamente nulla a che fare tra loro, ci scontriamo con doveri e compiti sempre diversi che ci fanno agire secondo le logiche più disparate anche nella stessa parentesi di tempo. In fondo, quindi, viviamo in un’accozzaglia e noi stessi siamo un’accozzaglia di istinti, pulsioni, emozioni uniti in forma di carne. Forse talvolta cerchiamo l’ordine e la coerenza estrema proprio per fuggire da questa realtà, ma poi torniamo puntualmente in tale tormenta di stimoli e desideri a cui cerchiamo di dare un senso. Ecco il motivo per cui il fantasma dell’accozzaglia smette di fare paura e inizia ad essere attraente. Solo nel marasma siamo liberi di vedere e sentire quello che vogliamo: la coerenza e l’ordine dopo poco ci annoiano perché non ci lasciano margine di scelta. È come posare dei binari dai quali non ci si può spostare se non deragliando, cosa che accade soprattutto a chi non è mai disposto a tornare sulle proprie convinzioni. Accettando di muoversi solo su quei binari, nel momento in cui ci si rende conto di essere nel torto o che le proprie credenze hanno perso validità, non ci si può spostare se non facendosi molto male. È nell’accozzaglia che siamo liberi, è nell’infinita varietà che abbiamo possibilità di scelta ed è nel caos che possiamo disegnare una linea.

Ambientalismo, positività, attivismo

Ecco quindi quello che troverete nel libro che si è prodotto: 12 testi completamente diversi che nascono da comuni spunti di riflessione. Tra questi scritti non c’è un unico percorso corretto, ma materiale fertile su cui si è invitati a costruire le proprie riflessioni individuali a proposito della nuova realtà e normalità. In generale la riflessione si articola attraverso tre valori fondamentali, o meglio, meta-valori, che seguono da quanto detto fino ad ora e che sono stati denominato in questo modo: ambientalismo, positività, attivismo. Seguendo il significato comune di queste tre parole, non si parlerebbe di nulla né di originale né di rivoluzionario, ma il modo con cui RRR intende questi termini non è quello convenzionale: ancora una volta si tratta di tre prese di coscienza, un ulteriore “rendersi conto” diviso in tre atti interconnessi. Nello specifico, l’ambientalismo non è inteso come un invito a compiere atti benefici nei confronti dell’ambiente, o meglio, non solo. Si intende questo meta-valore come la presa di coscienza che non c’è distinzione alcuna tra essere umano e natura. L’umanità non è padrona del “creato”, né tantomeno miglior prodotto di questo e, se non è bastato Darwin a farcelo capire, la pandemia ce lo ha dimostrato e ricordato in maniera drammatica. È solo con questa consapevolezza che possiamo agire con coscienza in modo da “salvare il pianeta” nel senso più vasto del termine; senza di essa rischiamo di compiere solo azioni sconnesse per moda e che, come tali, ad un certo punto ci stuferanno.

Positività è la parola che viene usata per indicare un’attitudine che va in due sensi: un primo esterno rappresenta l’atto di prendere coscienza e riconoscere la comune condizione dell’altro a prescindere dal contesto in cui ci si trova e, pertanto, essere positivi nei suoi confronti. Tutto ciò non è inteso nel suo senso più ingenuo, ma come un certo grado di fiducia e stima nel genere umano a priori da ciò che accade. A ciò si accosta un senso interno, ovvero quello di essere propositivi: l’attitudine al provare a ripartire, al pensare a dove ci si è fermati per svariate ragioni e al trovare una soluzione per rialzarsi.

Si parla, infine, di attivismo per indicare la volontà di scrollarsi di dosso l’inerzia, per cui si rivolge un generale invito al “fare”. Cosa? Qualsiasi cosa possa aiutare nel rapporto del singolo con il mondo che lo circonda; ad esempio, avvicinarsi all’arte è un ottimo punto di partenza. Cercare di esprimersi tramite le arti, anche solo per se stessi, permette di accogliere dentro la propria vita una nuova sensibilità alla bellezza, scrollandosi di dosso l’inerzia che si apposta sopra di noi durante il ripetersi continuo della routine quotidiana. Come per l’ambientalismo, questo meta valore è la condizione necessaria per dare senso al significato comune della parola “attivismo”: solo comprendendo il vero motivo per cui è bene darsi da fare si può consapevolmente agire nel volontariato o attivarsi in qualsiasi ambito per fare del bene.

Ognuno può declinare questi valori in modo diverso a seconda della propria sensibilità. In conclusione, quindi, si colga questo invito: non si lasci che il tedio di questi mesi opprima le proprie energie e si sia pronti a ripartire, ripensare e, infine, ricostruire.


ILMIOLIBRO – Lavori in corso – Libro di Autori vari (kataweb.it)

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Aratea – (arateacultura.com)

PENSIERI SUL BELLO II – Bellezza e sguardo: l’Ecole de Paris e l’arte africana – Aratea (arateacultura.com)

Ripartire, Ripensare, Ricostruire è un festival itinerante da poco inaugurato con obiettivi chiari: rilanciare la cultura sul territorio, presentare nuovi e giovani artisti locali e proporre valori fondamentali per rifondare il nuovo presente pre-pandemico. Il festival nasce nel contesto della pandemia e prende avvio proprio dalle riflessioni sui cambiamenti da essa causati, reversibili e non. Volendo dare nuova energia vitale ad una realtà ferita dal virus, RRR è un grande invito a rendersi conto dei diversi mutamenti irreversibili sia della nostra vita associata, sia dei nostri paradigmi di pensiero, ma non in modo drammatico, considerando tragiche queste variazioni, ma semplicemente in modo da poter mettere a fuoco cosa vorrà dire essere umani nella nuova attualità. Con questa consapevolezza, i risultati delle riflessioni sul futuro desiderato vengono affidati all’arte, potente mezzo onnipervasivo nelle nostre vite, in grado di aiutarci a mettere a fuoco le luci e le ombre delle nostre esistenze. Per questo motivo, nel contesto di RRR, prende vita Lavori in corso – Letture di costruzione, una raccolta di testi che contiene i pensieri di giovani autori riguardo i valori proposti per ripartire, ripensare e ricostruire.

Lorenzo Santini

Redattore di cinema, filosofia e narrativa